La giuria del Premio Félix Houphouët-Boigny per la Pace ha deciso di conferire il Premio a Giuseppina Nicolini, sindaco di Lampedusa, e all’organizzazione non-governativa francese SOS Méditerranée, per il lavoro esemplare da essi svolto per salvare la vita ai rifugiati e ai migranti e per accoglierli con dignità.
“Dopo aver esaminato lo stato del mondo, la giuria del Premio Félix Houphouët-Boigny per la Pace ha constatato che i rifugiati e i migranti rappresentano una delle problematiche cruciali del nostro tempo, in particolare nel Mediterraneo, dove quasi 13000 uomini, donne e bambini hanno perso la vita in mare dal 2013”, ha dichiarato l’ex Presidente del Mozambico Joaquim Chissano, Presidente in carica della Giuria.
Dal momento della sua elezione nel 2012, Giuseppina Nicolini si è distinta per la sua encomiabile umanità e per il suo impegno indefesso nel gestire la crisi dei rifugiati e nel promuovere la loro integrazione, a seguito dell’arrivo di migliaia di persone sulle spiagge di Lampedusa e di molti altri siti italiani.
SOS Méditerranée è un’organizzazione civica europea, che si occupa di portare soccorso alle persone in pericolo nel Mar Mediterraneo. Dall’inizio delle sue attività di soccorso nel mese di febbraio 2016, l’organizzazione ha permesso di salvare 11000 vite.
La giuria, inoltre, ha lanciato un appello alla comunità internazionale affinché il Mar Mediterraneo cessi di essere un cimitero sottomarino e torni a essere un luogo in cui regnano la solidarietà e il dialogo interculturale.
Il Premio Félix Houphouët-Boigny per la Pace è stato fondato nel 1989 allo scopo di rendere omaggio a cittadini o istituzioni private e pubbliche che si distinguano per il loro contributo alla ricerca, alla promozione, alla protezione o al mantenimento della pace, in accordo con la Carta delle Nazioni Unite e con la Costituzione dell’UNESCO.
I laureati delle precedenti edizioni del Premio includono personalità di spicco come il Presidente francese François Hollande, Nelson Mandela e Frederik W. De Klerk; Yitzhak Rabin, Shimon Peres e Yasser Arafat; Re Juan Carlos di Spagna e l’ex Presidente degli Stati Uniti Jimmy Carter.