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INTERVENTO DI S.E. L’AMBASCIATORE MAURIZIO ENRICO SERRA ALLA 189 SESSIONE DEL CONSIGLIO ESECUTIVO DELL’UNESCO

Data:

02/03/2012









INTERVENTO DI S.E. L’AMBASCIATORE MAURIZIO ENRICO SERRA ALLA 189 SESSIONE DEL CONSIGLIO ESECUTIVO DELL’UNESCO

Signora Presidente del Consiglio Esecutivo,
Signora Presidente della Conferenza Generale,
Signora Direttrice Generale,
Cari Colleghi e Membri del Consiglio Esecutivo,


l’Italia aderisce in pieno all’intervento che l’Onorevole Delegato del Regno di Danimarca ha pronunciato a nome dell’Unione Europea e dei suoi Stati membri ed associati. In primo luogo, vogliamo esprimere preoccupazione e sdegno per quanto sta avvenendo in Siria, dove continuano a perpetrarsi  efferate violazioni ai diritti fondamentali dell’uomo. L’UNESCO non dovrebbe rimanere in silenzio mentre i suoi valori essenziali vengono a tal punto offesi.

Questa è una sessione del Consiglio Esecutivo particolare, considerate le eccezionali difficoltà finanziarie che la nostra Organizzazione sta affrontando. Speriamo sinceramente che le circostanze presenti siano solo temporanee e che l’UNESCO torni presto al livello di risorse indispensabile ad adempiere il proprio mandato. Tuttavia, questa situazione critica non deve intralciare il processo di riforma di cui la Direttrice Generale ha opportunamente tracciato le linee guida due anni fa.  La nostra Organizzazione deve approfittare di questo abbrivio per intraprendere, senza esitazioni, la strada della razionalizzazione e dell’efficienza.

Ma adesso, a seguito dell’approfondita discussione svolta dal Gruppo di Lavoro AD HOC, occorre prendere le decisioni delineate nel Documento 189EX/15. Dobbiamo identificare i programmi e le aree in cui l’UNESCO detiene un chiaro vantaggio comparativo e concentrare i nostri sforzi per agire in questi settori. Pertanto non possiamo accettare la logica dei tagli lineari, che ancora sembra essere alla base dell’azione di alcuni settori, nonostante quanto indicato nel Documento 189EX/15 Addendum 1, Parte IV. Non è semplicemente possibile mantenere in vita tutti i programmi e le attività con un budget talmente ridotto da renderli privi di qualsiasi impatto.

L’Italia ha sempre sostenuto, anche prima delle attuali difficoltà economiche, la necessità di operare tagli sostanziali ai costi d’amministrazione e di personale, al fine di destinare maggiori risorse ai programmi. Accogliamo con piacere i risparmi effettuati nelle spese relative a viaggi, pubblicazioni e consulenze, ma i tagli maggiori sono stati imputati sul budget delle attività, per cui la proporzione coi costi di personale ne risulta molto ridotta. E’ necessaria un’accurata politica delle risorse umane per affrontare questo problema che continua ad intaccare la capacità operativa dell’Organizzazione.

Infine, l’Italia incoraggia la scelta di proseguire verso un UNESCO “digitale”, riducendo l’uso di documenti cartacei e contribuendo alla protezione dell’ambiente.


Signora Presidente,

desidero ora riferirmi al settore della Cultura, e in particolare a uno dei quattro ruoli chiave dell’Organizzazione, vale a dire la sua funzione di “organismo normativo”.

Grazie alle Convenzioni Internazionali di cui è depositaria, l’UNESCO dispone di un arsenale normativo coerente e innovativo, la cui importanza è ampiamente affermata nel settore culturale. Ciascuna di tali convenzioni ha innanzitutto l’obiettivo di preservare e salvaguardare la dignità del patrimonio di tutte le culture. Per questo, uno dei temi centrali dell’ultima Conferenza Generale è stata la necessità di mettere in atto gli strumenti normativi esistenti - soprattutto in relazione all’assistenza tecnica e al potenziamento delle capacità - nonché di tradurre i loro principi all’interno delle diverse politiche nazionali. Eppure, come si evince dal Documento 189 EX 15, l’odierna situazione budgetaria dell’Organizzazione incide profondamente sul settore della cultura e ne compromette la  capacità ad adempiere tutti gli obblighi statutari legati alle convenzioni.

Inoltre, l’organizzazione delle riunioni  grava pesantemente sul settore, in termini di costi per le risorse umane.  Allo stesso tempo, si rende necessario un impegno più significativo e a lungo termine degli Stati Membri, allo scopo di preservare il funzionamento di tali strumenti giuridici.

Date queste premesse, l’Italia ha deciso di distaccare un proprio esperto all’interno del Segretariato della Convenzione del 2003 e di impegnarne un secondo per garantire il proprio sostegno all’attuazione della Convenzione del 1970. L’Italia sta  inoltre organizzando per il prossimo giugno, presso la sede centrale dell’UNESCO, un’esposizione sulle opere d’arte trafugate e recuperate, al fine di sensibilizzare gli Stati Membri e la società civile alla lotta al traffico illicito di beni culturali.


Signora Presidente,

me permetta di  esprimere, per concludere, un deciso  messaggio di ottimismo sull’avvenire dell’UNESCO.  L’Organizzazione dispone, malgrado tutte le attuali difficoltà, di risorse umane e professionali che certamente le permetteranno di trasformare la crisi in opportunità.

Questa sessione del Consiglio Esecutivo, ne sono convinto, ci consentirà di procedere ulteriormente in questa direzione.


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